COME SI SVILUPPA UNA CISTITE?

Le cistiti non sono eventi improvvisi, bensì si sviluppano gradualmente nel giro di alcuni giorni, se non settimane. Lo dice uno studio scientifico condotto di recente presso l’Università di Washington.

Lo studio ha seguito per tre mesi un centinaio di donne in età fertile con problemi di cistiti ricorrenti. Ogni giorno le partecipanti dovevano raccogliere un campione di urina e un tampone peri-uretrale (all’imboccatura dell’uretra), annotare l’attività sessuale e l’eventuale presenza di sintomi di cistite, e, in caso di sintomi, dovevano recarsi in ospedale, dove l’infezione sarebbe stata confermata grazie ad una urinocoltura.

È la prima volta che pazienti con cistiti ricorrenti vengono seguite in modo così dettagliato. Questo ha permesso ai ricercatori di registrare in diretta ogni episodio di cistite verificatosi nel corso dello studio (in tutto 49 episodi, dovuti per la maggior parte al batterio Escherichia coli), e soprattutto di ricostruire gli eventi che l’hanno preceduto.

In tutti i casi tranne due, la cistite è preceduta dalla presenza di E. coli nell’area intorno all’uretra. Questo di per sé non provoca sintomi, e quindi la persona non ne è consapevole; però aumenta il rischio che possa svilupparsi una cistite, perché il batterio può risalire l’uretra e arrivare in vescica.

In molte donne questa presenza di E. coli nell’area peri-uretrale è piuttosto stabile: questo si accorda con i risultati di studi precedenti, da cui era emerso che nelle donne che soffrono di cistiti ricorrenti il microbiota vaginale è più ricco di E. coli e più povero di lattobacilli rispetto a chi non ne soffre. In altre donne la colonizzazione peri-uretrale inizia solo qualche giorno prima che si verifichi una cistite.

In ogni caso, pur rendendo la situazione molto delicata, di per sé la presenza di E. coli a livello peri-uretrale non significa necessariamente che arriverà una cistite: tanto è vero che si osserva anche in molte donne in cui poi la cistite non si svilupperà. È necessario un altro fattore scatenante, e nella maggior parte dei casi questo fattore scatenante è un rapporto sessuale.

Ben il 73% delle cistiti osservate nello studio, infatti, sono precedute da un rapporto con contemporanea presenza peri-uretrale di E. coli avvenuto nei 5 giorni precedenti. Questo significa che, se l’area genitale è già colonizzata da E. coli, il rapporto aiuta notevolmente il batterio a risalire fino in vescica. Se non lo è, probabilmente l’attività sessuale facilita la colonizzazione per via del disturbo che crea nel microbiota vaginale.

A questo punto E. coli compare nell’urina, ma attenzione: spesso non è ancora questo il momento in cui la cistite esplode. Ci sono diversi casi, infatti, in cui i sintomi si presentano solo dopo che E. coli ha fatto la sua comparsa nelle urine già da qualche giorno. Purtroppo, non avendo sintomi, la donna non si accorge della sua presenza e il batterio ha il tempo di moltiplicarsi fino a causare una cistite conclamata.

come si sviluppa cistite

Dalla teoria alla pratica

Questo studio ci dà alcune informazioni importanti per aiutare chi soffre di cistiti ricorrenti.

Anzitutto in molti casi gli episodi di cistite non sono eventi isolati e indipendenti bensì acutizzazioni di una situazione cronica sottostante, esemplificata dalla persistente colonizzazione peri-uretrale da parte di E. coli. Dunque, se l’obiettivo è risolvere definitivamente il problema delle cistiti ricorrenti, non ci si può limitare a trattare i singoli episodi, ma occorre portare avanti un programma prolungato (vedi anche questo articolo).

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In moltissimi casi l’evento che scatena la riacutizzazione è il rapporto sessuale. Una strategia di intervento alternativa e meno impegnativa può allora focalizzarsi sul periodo critico che segue il rapporto. In questo caso l’obiettivo non è modificare la situazione di fondo ma semplicemente evitare le riacutizzazioni.

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