Durante la premenopausa possono comparire frequenti cistiti, soprattutto dopo i rapporti sessuali. Perché? E come fare per prevenire la cistite in premenopausa?
Premenopausa, questa sconosciuta
Sappiamo bene che la menopausa ha inizio quando le ovaie smettono di produrre ormoni sessuali (principalmente estrogeni e progesterone) e dunque l’ovulazione e il ciclo mestruale si interrompono. Quello che non tutti sanno, però, è che questa interruzione non avviene improvvisamente, bensì in maniera graduale. Esiste cioè una fase di transizione in cui il ciclo è ancora presente, ma l’assetto ormonale è in cambiamento: è la premenopausa (o perimenopausa).
In concetto fondamentale per comprendere quel che si verifica durante la premenopausa è che progesterone ed estrogeni si comportano in modo diverso.
Il progesterone comincia a diminuire in maniera costante già a partire dai 40 anni o anche prima, mentre gli estrogeni vanno incontro a fluttuazioni e spesso nei primi anni della premenopausa sono addirittura più alti del normale.
Schematizzando, possiamo quindi distinguere due fasi della premenopausa: una prima fase in cui i livelli di progesterone sono ridotti mentre gli estrogeni no, e una seconda fase in cui anche gli estrogeni si abbassano.
La prima fase della premenopausa
Nella prima fase si verificano cambiamenti del ciclo mestruale legati alla riduzione dei livelli di progesterone. I cicli sono ancora regolari, ma più corti del solito (tipicamente 25 giorni o meno); può comparire spotting (piccole perdite di sangue tra una mestruazione e l’altra) e il flusso mestruale può diventare più abbondante o durare più a lungo.
Possono inoltre comparire alcuni sintomi legati a un eccesso di estrogeni e/o a uno sbilanciamento tra questi e il progesterone:
- seno che si ingrossa o comincia ad essere dolente
- peggioramento della sindrome premestruale e dei dolori mestruali
- comparsa di emicranie, o loro peggioramento in caso se ne soffrisse già
- sbalzi di umore, irritabilità, ansia, insonnia
- aumento di peso apparentemente ingiustificato.
I sintomi emotivi, in particolare, possono essere molto pronunciati e dipendono da uno squilibrio tra l’azione stimolante degli estrogeni e quella calmante del progesterone a livello del sistema nervoso centrale: ecco perché spesso compaiono ansia, disturbi del sonno, nervosismo o anche vere e proprie crisi di rabbia.
La seconda fase della premenopausa
Man mano che il tempo passa, anche la produzione di estrogeni comincia a diminuire. Si entra allora in una seconda fase in cui i sintomi cambiano:
- il ciclo mestruale diventa irregolare e poi comincia a “saltare”
- compaiono le prime vampate
- compaiono i primi segni di secchezza vaginale
- il desiderio sessuale diminuisce
- ci si sente spossate, prive di energia e con la mente annebbiata.
Poiché, come abbiamo detto, i livelli di estrogeni non si riducono in modo costante ma subiscono fluttuazioni, può esserci una certa sovrapposizione o alternanza tra i sintomi della prima e della seconda fase della premenopausa. Ma alla fine la carenza di estrogeni prevale. E poi, quando l’attività delle ovaie cessa del tutto e il ciclo mestruale si interrompe, sia estrogeni che progesterone raggiungono il livello minimo e lì restano.
E la cistite?
I disturbi dell’apparato urinario sono collegati principalmente alla carenza di estrogeni. Infatti gli ormoni estrogeni contribuiscono al benessere e alla funzionalità dell’intero apparato genitourinario femminile: non solo la vulva e la vagina, ma anche la vescica e l’uretra (anche se differenze genetiche possono causare una maggiore sofferenza in un organo più che in un altro).
È quindi nella seconda fase della premenopausa, oppure dopo la menopausa vera e propria, che spesso compaiono (o peggiorano) disturbi urinari come:
- maggior frequenza della minzione
- incontinenza
- cistiti ricorrenti.
In premenopausa e menopausa la cistite è favorita anche dai cambiamenti che si verificano nel microbiota vaginale. Con il calo degli estrogeni, infatti, anche i benefici lattobacilli si riducono e la vagina viene più facilmente colonizzata da batteri come Escherichia coli. Batteri che poi possono arrivare fino in vescica e causare un’infezione urinaria.
Inoltre la secchezza vaginale e i rapporti che spesso diventano fastidiosi, se non dolorosi, fanno sì che anche il rischio di soffrire di cistite post-coitale aumenti nelle fasi finali della premenopausa.
Cistite in premenopausa, come affrontarla
Dunque, se sei vicina ai 50 anni e hai notato un aumento delle infezioni urinarie (o hai cominciato a soffrirne proprio adesso), è probabile che uno dei motivi sia il fisiologico calo degli ormoni estrogeni. Questo si aggiunge alle usuali cause della cistite ricorrente, che restano valide anche per te.
In questo caso ecco una buona strategia per affrontare il problema:
- Integrazione specifica per contrastare la cistite, utile a ogni età.
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Attenzione! Per essere efficace, l’integrazione deve essere seguita in modo continuativo per 6 mesi! - Stabilizzare i livelli ormonali aiutandoti con un prodotto (crema o ovuli vaginali) a base di fitoestrogeni, oppure nei casi più importanti con una terapia ormonale locale da valutare insieme al ginecologo. Gli ormoni estrogeni somministrati per via vaginale si sono dimostrati utili per prevenire la cistite in menopausa, e sono molto più sicuri della terapia ormonale per bocca perché il loro assorbimento a livello sistemico è scarsissimo.
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