Secondo recenti ricerche, un’alimentazione ricca di cibi ultra processati può favorire la comparsa di Leaky Gut Syndrome e quindi, indirettamente, aumentare anche il rischio di cistite.
Abbiamo già affrontato in precedenza un argomento molto importante: la sindrome dell’intestino poroso, o in inglese Leaky Gut.
Si tratta della situazione in cui la barriera intestinale perde in parte la sua efficienza e lascia filtrare sostanze che dovrebbero restare confinate all’interno dell’intestino: tossine, antigeni, batteri, miceti… L’organismo riconosce queste sostanze come estranee e si attiva per eliminarle, il che può portare a uno stato di disregolazione immunitaria. Inoltre, tramite la circolazione sanguigna o linfatica, germi e tossine possono raggiungere organi anche distanti provocando reazioni multiformi e imprevedibili.
Un aumento della porosità intestinale è riconosciuto come possibile concausa di molte malattie anche serie, come il diabete, le patologie autoimmuni e quelle infiammatorie. Per quanto riguarda la cistite il collegamento è a doppio senso. Da un lato la disbiosi intestinale che è alla radice della cistite può creare anche Leaky Gut. Dall’altro l’eccessiva permeabilità intestinale può contribuire a causare cistite ricorrente, attraverso il passaggio diretto dei batteri patogeni dall’intestino alla vescica e l’alterazione delle risposte immunitarie.
Ma quali sono i fattori in grado di rendere l’intestino troppo poroso?
Sono molti. Qualunque condizione di sofferenza a livello intestinale (infiammazione, disbiosi, tossine…) può alterare temporaneamente la permeabilità intestinale, e se la situazione si protrae nel tempo allora possono nascere i problemi. Oggi però vogliamo parlare di un elemento molto specifico che, secondo una ricerca recente, è in grado di provocare Leaky Gut e quindi anche aumentare il rischio di cistite: i cibi ultra processati.
I pericoli dei cibi ultra processati
Dalle pizze surgelate ai bastoncini di pesce alle merendine, per non parlare del menù dei fast food: gli alimenti prodotti industrialmente sono senza dubbio pratici e saporiti, ma spesso lasciano alquanto a desiderare dal punto di vista della salute. Oltre alla presenza di additivi, calorie e grassi in surplus, in molti casi sono ricchi di una famiglia di sostanze particolarmente dannose: i prodotti di glicazione avanzata (o, all’inglese, AGE, acronimo di Advanced Glycation Endproducts).
Gli AGE si formano durante la lavorazione ad alte temperature degli alimenti, specialmente quelli ricchi di proteine e/o grassi. A volte vengono aggiunti appositamente, perché migliorano l’aspetto e il sapore dei cibi. Il nostro organismo è in grado di smaltirne piccole quantità, ma quando ne ingeriamo troppi cominciano ad accumularsi e ad esercitare i loro effetti dannosi. Elevati livelli di AGE sono infatti associati allo sviluppo di molte malattie, tra cui diabete, patologie cardiovascolari, insufficienza renale, Alzheimer.
Ora un nuovo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Science Advances mostra gli effetti deleteri degli AGE a livello intestinale. I ricercatori hanno sottoposto a trattamento termico il normale mangime per topi da laboratorio, aumentandone così il contenuto di AGE. Hanno nutrito i topi con questo mangime per circa 6 mesi. Gli effetti di questa dieta sono sconcertanti:
- la permeabilità intestinale è aumentata;
- questo ha causato un’attivazione anomala del sistema immunitario, creando una situazione di infiammazione generalizzata;
- l’infiammazione ha mostrato i suoi effetti specialmente a livello dei reni, facendo ammalare i topi di insufficienza renale.
Gli autori concludono che il consumo abituale di cibi ultra processati, tipico ormai di molte persone nei Paesi più industrializzati, promuove un aumento della porosità intestinale e un’anomala attivazione del sistema immunitario, aumentando di conseguenza il rischio di sviluppare patologie croniche come l’insufficienza renale e non solo. Come abbiamo visto, se aumenta la porosità intestinale anche il rischio di sviluppare cistite si moltiplica!
Gli AGE in cucina
Dallo studio che abbiamo analizzato emerge una volta di più che, per potersi dire sana, una dieta non può limitarsi ad assicurare un apporto bilanciato di tutte le sostanze nutritive. Un aspetto fondamentale è limitare il più possibile il consumo di cibi ultra processati. In pratica: evitiamo i fast food, il cibo spazzatura, gli alimenti pronti; e cuciniamo di più!
Consumare meno cibi ultra processati proteggerà il nostro organismo da molte malattie, tra cui anche la cistite.
Ma c’è un altro fatto da tenere in considerazione. I prodotti di glicazione avanzata non si trovano solo nei cibi industriali: possono formarsi anche nella cucina di casa. Quello che conta è il modo in cui cuciniamo: più la temperatura è elevata, l’umidità scarsa e i tempi di cottura lunghi, e maggiore sarà la formazione di AGE.
Da questo punto di vista i metodi di cottura peggiori sono:
- alla griglia, alle braci, alla piastra
- in forno ad alte temperature
- friggere e soffriggere
- tostare.
Mentre i più salutari:
- bollire
- cuocere al vapore
- stufare.
Inoltre non tutti gli alimenti tendono a formare AGE allo stesso modo. Maggiormente soggetti sono quelli ricchi di proteine e/o grassi: la carne al primo posto, seguita da tofu e pesce: fondamentale, per questi alimenti, evitare le cotture “a rischio”. Ma poi anche torte e biscotti e in generale i prodotti da forno con grassi aggiunti. La frutta secca tostata. E infine, a causa dei processi di pastorizzazione e invecchiamento, elevati livelli di AGE si trovano anche nei formaggi stagionati. Possiamo invece stare tranquilli per quanto riguarda cereali, legumi, pane, frutta e ortaggi, a meno che non vengano cucinati con l’aggiunta di grassi.