La cistite emorragica è un’infiammazione della vescica (cistite) che ha tra i suoi sintomi la presenza di sangue nelle urine (ematuria).
L’ematuria può essere macroscopica quando la presenza di sangue si nota ad occhio nudo, determinando un cambiamento di colore delle urine che diventano rosate, rossastre o marroni; possono essere presenti anche coaguli di sangue. Oppure può essere microscopica quando non è possibile distinguerla ad occhio nudo ma solo al microscopio, durante l’analisi delle urine.
Gli altri sintomi della cistite emorragica sono gli stessi di quella non emorragica, ovvero:
- necessità di urinare spesso, anche se poi la quantità di urina è scarsa
- sensazione dolorosa di urgente bisogno di urinare anche se la vescica non è piena
- dolore o bruciore mentre si urina
- fastidio o dolore al basso ventre.
Il sangue nelle urine può comparire anche senza nessun altro sintomo, ma in questo caso non si parla di cistite emorragica bensì solo di ematuria. E le cause sono differenti.
Cause di cistite emorragica
Rispetto a una cistite non emorragica, la presenza di sangue indica che l’infiammazione della vescica è più severa, tanto da provocare il sanguinamento delle sue pareti interne. Spesso, infatti, in questo caso anche gli altri sintomi sono particolarmente intensi e c’è un importante dolore al basso ventre.
Nella maggior parte dei casi, la cistite emorragica non è altro che una forte cistite batterica: la causa è dunque l’infezione della vescica da parte di batteri, primo fra tutti Escherichia coli. Molto più raramente l’infezione può essere causata non da batteri bensì da virus o funghi, ad esempio Candida albicans.
La cistite emorragica si presenta poi molto spesso nei pazienti oncologici trattati con radioterapia o chemioterapia. Le radiazioni concentrate nell’area pelvica, ad esempio in caso di tumore della prostata o della vescica, sono infatti in grado di infiammare e danneggiare la mucosa della vescica e causano cistite emorragica nel 15-25% dei casi. Così come diversi farmaci chemioterapici, particolarmente dannosi per la vescica perché vengono eliminati attraverso l’urina: i pazienti trattati con ciclofosfamide o isofosfamide sviluppano cistite emorragica ben nel 70% dei casi.
Oltre ai chemioterapici, altri farmaci possono scatenare una cistite emorragica: si tratta del danazolo, utilizzato contro l’endometriosi, e di alcuni antibiotici della classe delle penicilline.
Infine, certe classi di lavoratori possono sviluppare cistite emorragica a causa del contatto con inquinanti industriali quali l’anilina (utilizzata come colorante nella lavorazione della pelle, del legno e nel settore del restauro) e la toluidina (anch’essa un colorante, utilizzato anche nell’industria farmaceutica e in medicina).
Come comportarsi
La presenza di sangue nelle urine è un sintomo che dovrebbe sempre essere comunicato al medico, anche se si verifica una volta sola.
Se la cistite emorragica è di origine batterica, trattandosi di un episodio particolarmente severo probabilmente la cosa migliore è cominciare subito una terapia antibiotica (che, ovviamente, deve essere prescritta dal medico). Possono poi venire impiegati rimedi naturali come il D-Mannosio per scongiurare recidive.
Se invece la causa è rappresentata da radio o chemioterapia, fino al termine della terapia non si può fare altro che cercare di tenere sotto controllo i sintomi. Il modo più semplice è bere acqua in abbondanza e urinare spesso, in modo da diluire le sostanze tossiche presenti nell’urina e ridurre il loro tempo di permanenza in vescica. Si possono utilizzare farmaci analgesici e miorilassanti per ridurre il dolore. Nei casi più importanti il medico può proporre irrigazioni vescicali con diverse sostanze. Oltre a ridurre i sintomi, l’obiettivo è evitare che si accumulino in vescica coaguli di sangue, che potrebbero impedire la minzione bloccando il flusso di urina.